Nelle giornate del 26-27-28-29 giugno 2025 faremo un viaggio al Monte Circeo e a Terracina, alla scoperta delle terre della Maga Circe.
Faremo escursioni e visite guidate oltre a diverse pratiche energetiche e meditative per immergerci completamente nella storia e nella magia di quei luoghi.
Circe era una maga bellissima, scesa dal cielo sul cocchio infuocato di suo padre Elios, il sole, ed era andata ad abitare in un palazzo costruito sul promontorio del Circeo, in mezzo a un fitto bosco. Come figlia di un dio, ella era immortale e i suoi poteri erano straordinari: trasformava i suoi nemici – e tutti quelli che la contraddicevano – in animali.
Viveva in una “bella abitazione fatta di marmi puliti” nell’isola di Eea (identificata dai geografi con il Circeo di oggi, il promontorio laziale che probabilmente nell’antichita era circondato dal mare). Circe, il cui aspetto – secondo l’Odissea di Omero – era impreziosito da una chioma riccia, raccolta in lunghe trecce, attirava gli uomini col suo canto melodioso, li accoglieva alla mensa seducendoli con cibo in quantità oltre che con bevande avvelenate. Dopo averli colpiti con un bastone, li trasformava in maiali.
Tra le sue vittime illustri vi furono alcuni compagni di Ulisse i quali, appena scampati alla furia dei Lestrigoni (i giganti che avevano decimato il resto della flotta) e al mare in tempesta, approdarono sfiniti sull’isola, dove la maga ebbe gioco facile nell’intrappolarli. Tutti tranne Ulisse che ricevette un aiutino dall’alto: un’erba magica, il “moly”, offertagli dal dio Mercurio in persona, che lo avrebbe reso immune alle seduzioni della maga.
Davanti a una tale resistenza, fu Circe a finire per innamorarsi del re di Itaca. Restituì l’aspetto umano ai compagni di Ulisse e questi, per ricambiare, visse con la maga una storia d’amore dalla quale nacque un figlio, Telegono. Ma dopo un anno gli uomini non ne potevano più: convinsero Ulisse a salutare Circe, lasciarono l’isola e puntarono verso casa.
👉 PROGRAMMA IN FASE DI DEFINIZIONE
Secondo la leggenda il Parco Nazionale del Circeo è il regno della Maga Circe.
«Ecco, ed all’isola Eèa giungemmo, ove Circe abitava, Circe dai riccioli belli, la diva possente canora, ch’era sorella d’Eèta, signore di mente feroce». (Odissea, Canto X, vv. 135-137)
Non a caso, visto da lontano, il Circeo ha la forma di una donna addormentata. Il Promontorio del Circeo, un rilievo calcareo alto 541 metri, è l’icona del parco omonimo, e il suo profilo da sempre ha stuzzicato la fantasia umana, rendendolo nei secoli dimora non solo della Maga Circe ma anche di altri dei ed eroi. Al di là che la sagoma della montagna ricorda il profilo della celebre ammaliatrice, tutto il promontorio è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico: il versante interno, chiamato “quarto freddo”, ospita una fitta foresta termofila, il versante opposto, il “quarto caldo”, è esposto a sud e a ridosso del mare con una vegetazione a macchia mediterranea meno rigogliosa; sul versante a mare sono numerose le grotte in cui sono rinvenuti diversi reperti anche di interesse preistorico. La grotta più conosciuta è la Grotta Guattari (accessibile solo con permesso speciale) dove il paleontologo Alberto Carlo Blanc, negli anni ‘30, scoprì uno dei primi resti dell’Uomo di Neanderthal. Sui declivi sorgono inoltre diversi insediamenti storici – i resti di Circeii, (acropoli e mura megalitiche) e il centro storico di San Felice Circeo. Il centro storico di questo suggestivo borgo marinaro di origine medioevale è cinto da antiche mura di protezione ed è attraversato da stradine e vicoli panoramici sul Golfo di Gaeta e fino alle Isole Pontine. Nella sua piazza centrale si innalza la Torre dei Templari, con il suo caratteristico orologio e il portone d’ingresso del palazzo baronale che da sull’antico cortile del palazzo della famiglia Caetani. Il trekking sul monte regala panorami mozzafiato sul Golfo di Gaeta e l’arcipelago delle Ponziane, il cui effetto è certamente “ammaliante”.
Gaeta, estrema propaggine meridionale della provincia di Latina, segna il confine del golfo punteggiato di isole e grotte suggestive, prima tra tutte la Grotta del Turco, alla quale si accede da una vertiginosa scalinata nei pressi del Santuario della Santissima Trinità. Di fronte a noi si dispongono Ponza, Ventotene, Palmarola, Santo Stefano, Zannone e lo Scoglio di Gavi, veri e propri paradisi del turismo naturalistico, collegate tra loro e raggiungibili anche dai porti di Terracina e Formia.
In prossimità del promontorio si adagia Sabaudia, una delle località di mare più note del Lazio. Caratterizzata quasi esclusivamente dal classico razionalismo fascista, presenta monumenti come la Chiesa della Santissima Annunziata dove al suo interno si trova la “Cappella Reale” donata dalla Regina Margherita di Savoia alla città negli Anni Trenta, il Palazzo del Comune con la torre annessa e la piazza sottostante, il Palazzo delle Poste che spicca con il suo colore blu, in riferimento al colore della casa Savoia, costituito da migliaia di tessere che ricoprono quasi interamente l’edificio, e la vecchia sede dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia.
Sulle rive del Lago di Sabaudia si trova un’altra importante chiesa, il Santuario di Santa Maria della Sorresca risalente al XII secolo, dove è custodita la statua lignea della santa che viene poi portata in processione durante la festa in suo onore. Se a dominare in città sono le architetture del periodo fascista, nei dintorni del centro si incontrano alcuni monumenti dell’età romana: la Villa di Domiziano (nella foto sotto) del I secolo d.C., è un’immensa costruzione collocata sulle rive del Lago di Sabaudia e la Fonte di Lucullo è stata sfruttata in epoche più recenti come vasca per gli impianti termali: quest’ultima è un sito archeologico che un tempo serviva come ristoro per i viaggiatori e consiste in un sistema di presa realizzato per prelevare le acque di un emissario del Braccio della Bagnara. Sulla costa ci si imbatte nel porto canale romano e nella medievale Torre Paolo, che si abbarbica sule sporgenze rocciose del Promontorio del Circeo.
Il Lago di Sabaudia copre un tratto di costa lungo quasi 10 chilometri, da Torre Paola fin oltre la città di Sabaudia, si estende per circa 3,9 kmq e il suo perimetro è lungo oltre 20 chilometri. Qui nidificano uccelli sia stanziali che migratori, alcuni dei quali rari, e notevole è anche la fauna ittica presente nel lago. Una delle vedute migliori dello specchio d’acqua si ha proprio dall’omonima cittadina, in particolar modo presso il ponte che la collega alla strada litoranea, e gli scorci paesaggistici più suggestivi si hanno al tramonto volgendo lo sguardo verso il Monte Circeo. Un interessante itinerario parte dal centro visitatori e permette di ammirare il lago in più punti, offrendo affascinanti vedute verso i boschi circostanti e il Promontorio del Circeo.
Lungo la scogliera del promontorio si trovano le quattro torri papali eretta come difesa dai pirati: Torre, Moresca, Cervia, Fico e Torre Paola l’unica che conserva ancora la sua struttura originaria di forma rotonda. Sul massiccio roccioso intorno al paese si possono poi visitare il vecchio Faro di Capo Circeo alto circa 18 metri, l’antica Acropoli del III secolo a.C. che domina il paese e le tante grotte e caverne risalenti al Paleolitico raggiungibili via mare o attraverso uno stretto sentiero dentro la natura come quella sommersa della Maga Circe, della Grotta delle Capre e dell’Impiso, con la sua imponente stalattite.
Nel territorio della provincia di Latina che rientra nei confini del Parco si trovano anche il lago di Fogliano con il suo suggestivo Borgo di Fogliano, di grande rilievo naturalistico, storico ed architettonico perché costituito da una serie di antichi edifici settecenteschi, da un orto botanico che pieno di numerose piante provenienti da varie parti del mondo e anche da un museo ornitologico.
Terracina è una città di origine etrusca, poi roccaforte volsca e poi possedimento romano. Arroccata di fronte al mare era tagliata dal passaggio della via Appia che aveva a Terracina anche una seconda deviazione. Una portava direttamente in città e passava (e passa tutt’ora) per il foro. L’altra, voluta dall’imperatore Traiano, era più panoramica e senza salire a Terracina passava sul mare. Per costruirla Traiano fece agliare una roccia a picco sul mare, in modo da far passare la strada all’interno della roccia. Si chiama Pisco Montano ed è un po’ il simbolo di Terracina. Sulla parete più verticale di Pisco Montano c’è Casa Mastrilli, la casa del famoso brigante di Terracina.
Terracina, fino al secolo scorso, era un’oasi di bellezza che il viaggiatore trovava dopo aver percorso per oltre 100 km, e un lunghissimo viaggio, le zone malariche della Selva di Terracina, da Roma fin qua.
Punti di interesse importanti a Terracina sono il Tempio di Giove, il Foro Romano, la Chiesa del Purgatorio, la Cattedrale di San Cesareo, la Porta Napoletana, il Porto, vicolo Rappini che ospita le vecchie casette dei pescatori, oggi ristrutturate, il Castello Frangipane, il Parco della Rimembranza e il lungomare.
Il Tempio di Giove Anxur è un tempio romano costruito sulla sommità del monte Sant’Angelo a Terracina. Simbolo della cittadina laziale, questo tempio svetta da oltre duecento metri in posizione dominante sul porto. Il monte su cui è adagiato, ultima propaggine dei Monti Ausoni, è brullo e roccioso.
Disposto su tre livelli, il Tempio di Giove Anxur ospita:
• sulla terrazza superiore, i resti di un Campo Trincerato (con funzioni di avvistamento e protezione del sito);
• su quella media, il Grande Tempio e l’Oracolo (con funzione religiosa);
• su quella inferiore, il Piccolo Tempio.
La prima struttura a essere realizzata, nella seconda metà del II secolo a.C., fu il Piccolo Tempio. I soffitti a volta delle 9 camere erano decorati secondo lo stile pompeiano. Vi si può ammirare anche una galleria di affreschi medievali realizzati quando il sito venne utilizzato dai Monaci di San Michele Arcangelo (da cui il nome del monte).
Con la vittoria di Silla su Mario, nel I secolo a.C., furono aggiunti il Campo Trincerato con la cinta muraria e il Grande Tempio con l’oracolo. Questo Santuario, dedicato a Iuppiter Anxur (Giove Imberbe) – da cui il nome – era meta di fedeli che vi si recavano per interrogare l’oracolo sul proprio futuro. Inserivano il quesito in una cavità che sfociava in un ambiente in cui si trovavano i sacerdoti e attendevano pazientemente il responso. Ma pare che fossero vittima di un imbroglio. La pietra oracolare era infatti collegata alla cavità grazie a un condotto in cui, più che la profezia, risaliva aria che produceva suoni particolari ingannando gli ingenui e speranzosi fedeli.
Il tempio di Giove “oggi” è classificato Sito di interesse Comunitario nel Parco Naturale Monti Ausoni e lago di Fondi e dal 2000 è tutelato come monumento naturale. Inoltre in pochi sanno che il video del singolo “Happy Hour” di Ligabue ha avuto come set proprio il tempio di Giove Anxur! Dal minuto 3:08 ci sono una serie di splendide panoramiche sul sito e sulla location.
Mentre si sale, a piedi o in auto, verso Monte Sant’Angelo, si può notare il logo della Via Francigena del Sud perché alcuni tratti coincidono.
Il Parco Nazionale del Circeo è attraversato da numerosi e interessanti percorsi e sentieri nel verde che permettono di scoprire le tante bellezze paesaggistiche, faunistiche e storiche del luogo. Si tratta di Km di affascinanti percorsi nel parco e sul promontorio, tra le zone di maggior interesse e pregio naturalistico presenti nell’area come il centro storico di San Felice Circeo, l’Acropoli dei Circei con le sue mura ciclopiche, le fortificazioni cinquecentesche di Torre Paola e Torre Fico, oltre a luoghi dal notevole valore ambientale tra boschi di leccio e macchia mediterranea.
Grazie al suo territorio per gran parte pianeggiante, alla manutenzione del posto e alle organizzate strutture di ricezione, il parco è accessibile a tutti, camminatori esperti e principianti come anche alle persone con difficoltà di deambulazione.
I sentieri che si snodano nel parco presentano punti di sosta segnalati e cartelli esplicativi con le principali informazioni sulla fauna e flora della foresta.
L’Appia antica collegava Roma a Brindisi, e fu realizzata dal censore Appio Claudio nel 312 a. C. Divenne presto la Regina viarum, e rappresentava il più importante canale di comunicazione e di scambi commerciali tra Roma e le città dell’Italia meridionale, la Grecia e l’Oriente. Per la sua importanza strategica e commerciale, è rimasta in uso fino al XVIII secolo, e nel tempo è stata restaurata e sistemata diverse volte. Tra gli interventi di cui si conserva traccia, ricordiamo il restauro voluto da Caracalla nel 216 d.C., quello effettuato dal governo spagnolo nel 1568 e quello risalente all’epoca borbonica (1767-1768).
Della struttura originaria della strada si può ancora ammirare il lastricato di basoli, le antiche tecniche costruttive, il muro ad opera poligonale che sostiene il tracciato e il basamento dell’antico tempio dedicato ad Apollo, sviluppato su una serie di terrazzamenti contenenti grandiose cisterne. Su quest’ultimo fu costruita una chiesa in onore di Sant’Andrea Apostolo che da il nome alla Valle. Il sito fu poi rimaneggiato e trasformato in fortino a difesa del Regno di Napoli, il cui confine ricade nelle vicinanze. Il passo dei Monti Aurunci presso la gola di Sant’Andrea fu controllato da numerosi briganti, tra cui il famoso Michele Pezza, detto Fra Diavolo di Itri, che nel 1978 difese eroicamente l’accesso al Regno contro i Francesi.
Oggi il tracciato dell’Appia antica coincide anche con la Via Francigena del Sud riconosciuta dal Consiglio d’Europa dal 1994 Grande Itinerario Culturale a carattere Europeo, “Itinerario Ufficiale del Cammino d’Europa”.
Il tratto dell’antica via Appia presente nel territorio del Parco, era stato completamente abbandonato dopo la seconda guerra mondiale. Solo di recente recuperato dall’Ente Parco con specifici finanziamenti regionali e reso fruibile ai visitatori. Il percorso è allestito con pannelli didattici che descrivono il luogo, le vicende, le tecniche stradali e le manomissioni attraverso i secoli, che si sono concentrate in questo piccolo tratto di strada. Undici le stazioni con temi e soggetti diversi: la via di Appio Claudio, il Ponte Rinascimentale e l’epitaffio, la piazzola di sosta, la via Appia nella gola di Sant’Andrea, la via al miliario borbonico, il Fortino Sant’Andrea, il tempio di Apollo, la strada borbonica e la strada romana.
Ha una lunghezza di circa due chilometri e mezzo, accessibile anche con carrozzelle e si può percorrere sia partendo da Fondi che da Itri. Dal lato di Fondi un’area attrezzata con tavoli e panche oltre ad essere un luogo di sosta e di svago è anche il luogo dove svolgere lezioni e incontri a tema.
Pratiche:
Meditazione – Oracoli – Ricerca della Visione – Viaggi Simbolici alla ricerca del Nome di Medicina – Onorare gli Antenati – Mantra e Mudra per l’Armonizzazione del proprio Se – Canto Medicina – A Contatto con la Maga Circe – Giove e l’Archetipo del Padre – Ulisse e Penelope a confronto – Omero e l’Odissea
Le pratiche sono a cura di Catia Massari Counselor di Medicina Integrale, creatrice e direttrice di Accademia Eidos Formazione, ricercatrice spirituale e formatrice, libera professionista ai sensi della legge N° 4 del 14/01/2013.
Le attività proposte sono condotte da personale qualificato
Guide Ambientali Escursionistiche qualificate ed associate AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) e regolarmente iscritte al Registro Nazionale AIGAE, operanti nel settore in base alla legge 14 Gennaio 2013, n°4 e Piloti Bipotisti qualificati e certificati AeCI Aero Club d’Italia, abilitazione apparecchi VDS-VL
• Durata: 4 giorni
• Date e orari: 26-27-28-29 giugno 2025
– 26 giugno: laboratorio in serata
– 27-28-29 giugno: escursioni e pratiche
– Partenza nel pomeriggio del 29 giugno
• Docenti: Catia Massari
• Costo della sola esperienza: € 390 a persona per l’esperienza alchemica
👉 Il corso non comprende:
Pernottamento in struttura scelta dal partecipante, pasti, viaggio e tutto ciò che concerne la propria persona.
– È necessario dare un acconto del 30% che non verrà restituito in caso di disdetta da parte del partecipante
– Per informazioni su eventuali sconti e su pagamenti personalizzati contatta la segreteria all’indirizzo email segreteria@eidosformazione.it
• Pernottamento e prima colazione:
Agriturismo Podere Bedin, via Molella 41 – 04017 – San Felice Circeo (LT)
– Camera matrimoniale € 80
– Camera singola € 65
• Per le escursioni si consiglia: Zaino 30 lt, scarpe da trekking, maglietta, pantaloni comodi, maglietta di ricambio, giacca a vento / k-way, piumino, scarpe da scoglio o sandali per il mare, medicinali personali, crema solare, occhiali, berretto, scaldacollo, acqua (almeno 2 lt), frutta e frutta secca, pranzo al sacco
Cara Catia,
Ti scrivo inanzitutto per RINGRAZIARTI🌹❤️
È da un paio di settimane che “casualmente” ho scoperto i tuoi oracoli del mattino e mi sto guardando le dirette passate e ora seguo con interesse e presenza.
Ovviamente sono capitati proprio in questo momento dove stanno/potrebbero Avvenire cambiamenti interessanti, momento in cui mi sento ancora più consapevole della vita e la mia strada si illumina sempre di più anche se ombre, dubbi, paure e giudizi e Ego vengono sempre a galla.
Sono qui perché voglio allenarmi ad osservare, a dire si alla mia anima e a trovare l’equilibrio accogliendo gli opposti. Proprio come parli nei tuoi video. Grazie per questo che dono che stai mettendo a disposizione per noi🙏💞
Sono felice in Germania e ancora di più perché sento una connessione potente con l’Italia e con te più che mai cara maestra. Davvero tante volte e anche più volte al giorno ti ringrazio nel mio cuore per tutto ciò che ho scoperto, imparato ed evoluto attraverso i tuoi insegnamenti e le tue pratiche.
Ho praticato Reiki alla mia coinquilina ed è stata meglio. Lo pratico al cibo e in altre occasioni. Anche al lavoro con i bambini o prima di dormire.
Il messaggio di oggi dell oracolo è guardacaso proprio quello che mi serve per ciò che sto vivendo.
La mia coinquilina è tosta ed è anche lei una maestra perché attraverso di lei vengono fuori emozioni antiche ma a volte è difficile perché mi arriva quella sensazione che lei “sa tutto” della vita e anche della mia e tocca tante corde delicate. Dice di essere una delle persone più positive che ci siano ma poi spesso si lamenta perché alcune sue aspettative non corrispondono e questo mi fa lavorare sui miei sensi di colpa e su ciò che invece io sono e i miei tempi che mi occorrono per evolvere.
Forse riuscirò a maggio a lavorare nell asilo nel bosco qua. Il mio sogno. E proprio quando si sta realizzando arrivano delle paure. Ed è interessante da osservare come ogni esperienza ha semplicemente i lati ombra e i lati luce come la luna ogni notte.
Le scelte per me sono sempre ardue e sto imparando che ogni scelta apre ad altre possibilità.
Lavoro poi sull’ironia. Prendo le cose un po troppo sulserio ultimamente mentre potrei vivere con molta più leggerezza.
È così bello il sentiero della vita e ora sono tornata a Trier e vivo proprio accanto al bosco e ogni giorno sono la a camminare e/o meditare.
Ti mando tanto Amore, anche a tutti a casa e alla tua associazione e accademia.
❤️🌹Aho🙏❤️💞
– Elena S. –
Nel 2013 vengo a conoscenza dell’Associazione il Richiamo di Catia Massari, decido di partecipare a una presentazione di cerchi di donne “Luna Rossa”. Quella sera decido di partecipare all’evento, è stata la scelta migliore che potessi fare per migliorare la mia vita. Catia mi è subito entrata dentro, la sua semplicità, il suo modo di esprimersi (fatti non parole) come dice sempre, poi il modo di presentare il progetto è stato per me un varco luminoso che si apriva. Da quel momento partecipo settimanalmente agli incontri: meditazione, reiki, cerchi di donne, viaggi sciamanici e tanti altri progetti. Catia in questi anni per me è stata un’insegnante, una guida, mi ha aiutato a comprendere la mia direzione, mi ha portato a fare chiarezza e comprende tante situazioni che mi causavano, dolore sia fisico, sia emozionale. Ad oggi la sensazione più forte è quella di avere imboccato la strada giusta per me. Catia in questo è stata la lanterna al mio fianco, pronta a sostenermi e a incoraggiarmi a trovare la mia direzione, il mio compito in questa vita. Grazie Madre di esserci sempre, un abbraccio di ❤️
– Monica N. –